Sull’analisi lenticolare e metascientifica delle potenzialità cromatiche e luministiche della tessera musiva, le opere scavano entro il “plasma” della materia per estrarre linfa di quintessenza in originale armonia di taglio e struttura.
Secondo un calamitante “ludus” di inserti canonici ed eterocliti, la tessitura musiva s’appresta ad accogliere la curiosità del tatto e l’emozione dello sguardo. Così, la percezione psicologica e lo stupore del “nuovo” intendono indagare nel ‘micro’ invisibile per giungere alla visibilità del ‘macro’.
L’apparente realtà bidimensionale delle opere tradisce una mirabile e vibrante   “texture” sapientemente mossa da dinamiche superfici che transitano sul divenire armonico delle cromie e sulla bellezza tridimensionale del rilievo.
Le creazioni, ispirate alla natura ed elaborate in tensione espressiva astratta, rammentano aspre e percettive scorze di tronchi arborei.